(Titolo originale The Debt; USA, 2011;   Genere: Drammatico, Thriller)

“Bisogna saldare il conto!”
“E che vuol dire…..’Saldare il conto’ ?”
1966. Tre giovani agenti del Mossad -Stefan Gold, 30 anni; David Peretz, 29; Rachel Singer, 25- vengono incaricati dal Governo israeliano di catturare un pericoloso criminale nazista, Dieter Vogel, noto come il “Chirurgo di Birkenau”, colpevole di aver seviziato o ucciso migliaia di persone (in prevalenza donne e bambini). Essi giungono a Berlino Est dove l’uomo ora esercita indisturbato la professione di ginecologo, assistito dalla moglie infermiera. Grazie al sangue freddo di Rachel, che funge da esca spacciandosi per una paziente con problemi di fertilità, essi riescono a catturare Vogel, ma, contrariamente a quanto previsto dal piano originario -che implicava cattura e trasferimento in Israele per processarlo sul modello di Adolf Eichmann-, essi, a causa di gravissime difficoltà sopravvenute, sono costretti ad ucciderlo. Ritornati in Patria, sono ugualmente accolti come eroi poiché, nonostante i tremendi problemi incontrati, hanno affrontato ed eliminato “un’inimmaginabile malvagità”.
L’esperienza lascia in loro dolorose tracce, sia sul piano fisico che, soprattutto, su quello psicologico.
Trent’anni dopo, a Tel Aviv, di fronte ad un pubblico ammirato e commosso, assistiamo alla presentazione del libro che la figlia di Rachel e Stefan (divenuti, nel prosieguo del tempo, coniugi, ora divorziati) ha scritto sull’impresa dei genitori e del loro collega. Ed è in concomitanza con tale occasione che i primi due apprendono che questi, ritornato da poco in Israele dopo lunghi anni all’estero, dove ha condotto una vita travagliata, si è tolto la vita.
Pressoché in contemporanea alla notizia del suicidio di David, Stefan rivela a Rachel che, da informazioni fornitegli, pare che, in un ospedale dell’Ucrania, un uomo anziano ivi ricoverato dichiari di essere Dieter Vogel; l’inviato di un giornale locale, poi, si appresterebbe ad intervistarlo.
L’incubo ritorna.
Questi drammatici eventi riaprono antiche ferite, ritorna al cuore e alla mente quell’esperienza eccezionale che i tre avevano vissuto tanti anni prima: il rapporto che si era creato tra loro, la passione piena di contraddizioni e contrasti che aveva legato Rachel ai due colleghi, l’amarezza di Stefan nel constatare che il suo amore non sarebbe mai stato corrisposto fino in fondo, il dolore di David al rifiuto della ragazza di seguirlo lontano da Israele. Ma, a legarli l’un l’altro,  c’era soprattutto quel segreto: l’aver taciuto e mentito in nome della fedeltà verso il Paese per amore del quale, giovanissimi, avevano rischiato la vita.
Ispirato all’omonimo ottimo  film israeliano del 2007 (titolo originale: Ha Hov -appunto Il Debito-, che tuttavia non è mai stato proiettato nelle nostre sale cinematografiche, restando confinato nelle rassegne di settore), diretto da Assaf Bernstein e con Gila Almagor quale protagonista, la presente pellicola, regista John Madden (nomination all’Oscar per Shakespeare in love), si avvale, a sua volta, di un notevole cast di attori, in primo luogo di una sempre stupenda Helen Mirren, nel ruolo di Rachel matura, che fu della Almagor.
Dopo una parte iniziale che si svolge nella contemporaneità, un lungo flashback ci riporta agli eventi del 1966. La missione degli  agenti si svolge tra momenti di profonda tensione, di violenti confronti e discussioni tra loro. Principale causa di contrasto è proprio la presenza, nel piccolo appartamento in cui si sono nascosti dopo la cattura, di Vogel. E’ la figura del “mostro” a metterne a nudo la fragilità. Il prigioniero, legato e per lo più imbavagliato, non perde affatto la sua crudele sicumera; anzi suscita un ancora maggior terrore nei tre giovani proprio per la vicinanza fisica e le  taglienti argomentazioni. In particolare David (Samuel Worthington, un ideale fratello minore di Antonio Banderas) sembra come intimidito davanti al male assoluto in carne ed ossa. Mentre più equilibrata appare Rachel -e infatti il “Chirurgo” pare averne quasi soggezione-. La ragazza (l’intensa Jessica Chastain) è ben consapevole della propria paura, ma ciò non le impedisce di andare avanti. A David che le si rivolge ammirato: “Sei molto coraggiosa” risponde con sincerità: “Non sono coraggiosa, sono terrorizzata”.
Coraggio e consapevolezza, nella Rachel di oggi, che “non si può ritornare indietro”.
E il conto, puntualizza ed insiste ora Stefan, dev’essere saldato.
Chi se ne assume l’onere?
David è morto. Lui, Stefan (un sofferto Tom Wilkinson), disilluso e sempre lucido, è fisicamente impossibilitato, visto che, tempo addietro, un attentato terroristico con autobomba lo ha costretto su una sieda a rotelle.
Resta un solo membro del trio.
Combattuta tra il dovere di chiudere la partita e gli affetti impersonati da figlia, nipotina e genero che ridono e giocano sulla spiaggia di Tel Aviv, sotto lo sguardo colmo di amore e dolore di lei e Stefan, distaccati e uniti al tempo stesso, Rachel compie la sua scelta e gioca la partita decisiva col destino: il Duello tra la Vita e la Morte, con una scena finale tanto breve quanto fulminante, nella quale si riassume tutta l’appassionante vicenda.