Kol Ha-Italkim
, il Bollettino trimestrale di informazione dei cittadini israeliani di origine italiana, celebra con un numero speciale i 60 anni della nascita dello Stato di Israele. Esso si presenta nella forma di un bel quadernone di scuola, con le pagine trattenute da una spirale e, in copertina, una significativa foto del Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, in occasione della sua recente visita.
Apre il periodico l’intervento del Direttore, Miriam Della Pergola -dal significativo titolo, di sapore herzliano “Se vorrete non sarà un sogno”- la quale, dopo aver riportato le diffuse critiche, solo in parte condivise, circa la corruzione dell’attuale classe dirigente, la scarsa inventiva nelle politiche sociali e il “collasso dell’istruzione a tutti i livelli dall’asilo all’università” (mi domando quale opinione si formerebbero tali censori se guardassero la situazione di casa nostra!), tuttavia non può fare a meno di rilevare quanto il complessivo livello di vita del Paese sia cresciuto anche solo negli ultimi trent’anni; come esso si trovi nei primi posti al mondo nell’hi-tech, nelle scienze (!), nei brevetti e come sia nata e si sia sviluppata una cultura illustrata da poeti, scrittori, artisti, nati nel Paese e/o che nello stesso hanno potuto esprimersi appieno.
L’intervento si chiude con il doloroso rammarico, più che mai acuto in queste difficili settimane di guerra, di non essere riusciti -ancora- a trovare quella via della pace, che dia la possibilità a Israele e ai suoi vicini di vivere un’esistenza tranquilla e sicura.
Sergio Della Pergola pone l’accentosull’esigenzadi valutazione piena di quel capitale di persone, idee, istituzioni che costituiscono la struttura portante grazie alla quale Israele esiste e cresce . Una materia prima essenziale per la vita e lo sviluppo dello Stato, assai più, aggiungo io, di quanto potrebbero rappresentare il petrolio o altre fonti energetiche. Al di là della sicurezza e delle tematiche legate al conflitto arabo/israeliano/palestinese, il Paese deve affrontare grandi sfide, sul piano dell’identità e della politica, a cominciare dalla necessità di mantenere il suo ruolo di imprescindibile punto di riferimento culturale e spirituale (oltre che scientifico e tecnologico per tutto il mondo globalizzato) per l’intero popolo ebraico. Dal suo interessante punto di vista di demografo, il Prof. Della Pergola ricorda come, negli ultimi decenni, due direzioni opposte di sviluppo abbiano determinato un costante aumento della popolazione ebraica (e totale) in Israele e una diminuzione della stessa nelle comunità nella diaspora. Ciò è dovuto, nel primo caso, ad una natalità che è la più alta fra tutte le società sviluppate; mentre nel secondo all’adozione dei modelli minimi tipici della realtà circostante (famiglie con al massimo un figlio). Ne consegue che l’importanza di Israele rispetto all’ebraismo mondiale cresce progressivamente, fino a raggiungere oggi il 41% del totale.
Il numero del Bollettino si sfoglia volentieri perché, tra l’altro, è arricchito da immagini che pongono in suggestivo confronto l’ “allora…” e l’ “oggi”, intervallate da foto della vita quotidiana; come quella, ad esempio, di un gruppo di persone in calesse, che magari sono stanche per il lavoro svolto nei campi , ma hanno l’aria di chi sta molto bene con i propri compagni.
Sotto il titolo “La mia aliah” sono raccolte le testimonianze di diverse persone illustri, alcune delle quali sono carissime amiche. Due donne sorridenti, anzitutto nel cuore, sono Anita Olamy Glass, cui la vita, ormai cinquantennale, in Israele ha offerto la grande ricchezza di servire la causa di questo Paese accanto all’amato marito Hanan, e Angelica Edna Calò Livne (Angelica per antonomasia), una vera Madre di Israele, la quale, forte di una solida formazione ebraica, si è stabilita, circa trent’anni or sono, proprio nella “Galilea delle genti”, tra l’altro per diffondere, in seguito pure attraverso l’esperienza teatrale, il suo messaggio di pace e convivenza.

Non manca un puntuale resoconto dell’importante visita compiuta dal Presidente Napolitano, accompagnato da una folta delegazione di operatori economici; tale circostanza poi è stata l’occasione per un appuntamento di eccezionale importanza. A Gerusalemme, dal 25 al 27 novembre, si sono infatti svolti i dialoghi italo-israeliani (La letteratura e l’impegno) nei quali si sono trovati ed hanno dialogato tra loro esponenti della letteratura dei due Paesi che non necessitano di presentazione: da Claudio Magris a Avraham Yehoshua, da Corrado Augias a David Grossman, da Alessandro Piperno a Etgar Keret, da Alon Altaras a Marina Valensise, da Aharon Appelfeld a Elena Loewenthal, tanti altri…alle scrittrici israeliane, che da qualche tempo affascinano pubblico e critica, anche nostrani, con le loro opere profonde. Un’esperienza stupenda, raccolta in un libretto, utilissimo da studiare e consultare, che proprio Anita Olamy Glass mi ha donato e alla quale sono davvero grata. Vi sono anche altri articoli nel Bollettino, che invito a leggere per il notevole interesse che rivestono, a cominciare dalle pagine che si occupano delle infami leggi razziste del 1938. Un ringraziamento di cuore quindi alla redazione di Kol Ha-Italkim, al lavoro della quale ben si adattano le parole con le quali Sergio della Pergola chiude il suo articolo: “La durata della vita umana può essere limitata nel tempo, ma il messaggio ideale che da essa emana può durare in eterno”.

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